Jimi,
in notte d'astri pagani
scatena rilasci in festoni
d'un turbinio in moto ondoso
di flutti ribelli di crine
danza su quel ferro
con digrignate calzature
in denti d'avorio candido;
bacia l'assaporata chitarra,
gusta litanie in rombi di grancassa
Il charleston sgembo
culla la sua voce
roca di fumo e perdizione
mentre un basso dalla cadenza tonante
scolpisce un ritmico richiamo
atavico sentore di libertà.
Canta Hey Joe,
parla d'un pazzo
efferato assassino
Io l'astraggo
mi soffermo impudentemente,
aiutato da un inglese
come antilingua calviniana,
dimentico la storia
pongo orecchie d'affidamento
al solo riverbero della canzone
Hey Sic!
Accartoccio pergamene di pensiero
che scaglio irato
contro il Destino
mai così presente quanto ingiusto!
Astro di gioventù
tutti t'abbiamo pensato in visioni.
Fetonte sibilavi il cielo con quel carro del Sole
da sempre tuo,
te lo sottrò solo un Apollo infido,
per alcuni osasti,
per alcuni ignorasti le conseguenze
per me volesti danzare,
ancora una volta,
su quel ferro come Jimi
fosti
solo Te stesso.
Vivevi una vita
d'innovativo cliché,
un miglio per volta,
viaggiavi con gli uomini
tra gli uomini.
Sorpassavi in scossa di scintille
prima col sorriso dell'intelletto
della tua disposizione all'Altro,
poi con lo slide morsicato
della tua chitarra di baleno
Ridevi di normalità,
mescevi musica
in arabeschi di chioma ribelle,
Chisciotte in tuta da super eroe,
a te l'immortale onore d'averci dato un sogno
da grandi
restando un ragazzo come noi ...
Addio Campione ...
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