Le mie canzoni
mi aspettano lì
in un oceano di cielo
quiete come stelle dipinte
strappate alla loro costellazione, in ghirlanda
Le amo le mie canzoni
raccontano attimi d'argento
colorano l'abbozzo della mia vita
Il dramma e la sfida dell'espressione umana
è far eseguire la medesima canzone
al violino di due anime tiranne d'amore
I bischeri della cavagliera
come passioni comuni
Il fruscio del crine sulla corda tesa
come tenero abbraccio di miele
Acero montano ed abete rosso,
fusi assieme nel diaframma d'orizzonte della tavola armonica
odorano come notti di passione
Un grande amico, artista e scrittore, mi disse una volta:
<<amare una persona significa diventare una cosa sola,
chi non accetta questo compromesso
non ama con tutto se stesso>>
così è per il violino dell'anima
ove
il vigore di tenebra dell'ebano
si confonde
innamorato
con neve d'Oriente di ciliegio
la simmetria
apparentemente distaccata
delle Esse.
Le scorgi rimirarsi,
l'una nell'altra,
l'incavo di lor teste d'incanto,
mentre attonite sublimano l'alcova della cassa armonica
con un amore in ottave
L'esperanto irato
di un amore pizzicato
vissuto a morsi
come un soliloquio di un Paganini
incessate nell'odio
per le ripetizioni,
in amore mai così bandite.
Beata ogni anima,
fiera ed onnipotente,
quanto umile e pia nell'audire
la magnificente perfezione silente
del proprio concerto interiore.
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