martedì 27 settembre 2011

Avesse avuto una lacrima del talento del Bardo dei carrugi

Commedie ed atti d'Aristofane
peregrinazioni di genio
di fiumi riarsi del tempo
Gloria in epitaffi.
Diogene il tiranno v'aspirava
hambriento
Ma nessuna Era potea instillar
in lui di sasso
campi elisi di memento poetico


Addì i dolori del Werther fanciulletto
niun potea emulare,
ma
un Duce di formiche
tentò l'aspro cimento
fallendo
riversandosi in bassa pornogafia
d'un fato aspro e condotto
divenne poi il Benito d'Italia sfortunata


Giovin austriaco
rimirante beate forme delle moderna arte
tentò
stante
di tracciare liturgie con
mezzo di prosa profana.
Letterati di colore
l'oltraggiarono con
pamphlet disdegnosi d'estro
sol lagrime ed odio
circondarono quella vana battaglia
Mein Kampft sibilava stentoreo
mai pugna fu più dozzinale


Solo veggo Licio
genio d'infamia
che canosciuta siffatta mediocrità di cantante
ne fece il suo campione


Il genio maligno
sorprese il fato in quel cul de sac
Mr.B. parvo di talento e stazza
avesse avuto sol una stilla di lagrima
di quel talento letterato,
fosse stato una particella
di quel Faber,
bardo dei carrugi,
forse non ora
ne giammai
dovremmo assistere alla perdizione delle nostre genti
al gemito iridato dei sognatori infranti
allo scalpitio delle membra deluse


Vecchia cara e pia Italia
di dittator l'alcova
madre di sventura superna
quanto d'arte sopraffina
svegliati dal lungo sonno
e confeziona in ghirlande
un futuro di cielo
per le mille anime di luce che t'affollano.

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