venerdì 16 settembre 2011

Iconoclastia, nuovo credo dei ferventi atei

Schegge impazzite,
voraci mordicchiano verdure metalliche,            
assaporano frutti d’aria,
sorseggiano bibite miracolose

Di una falsa gioventù,
vigorosa nella battaglia quotidiana per il podio,
fiera nell’aggressione quotidiana
ad un’immensità inesistente
un’assillante
quanto assente presenza

il mercato

Frantumano vecchi idoli
cara casa
dolce natura
tu - uomo
tua donna
arcano cielo
oceano mare
avvinto odore
suadente sapore
contemplazione assorta

Di loro non s’ode più nulla
se non lo stridente tintinnare dei cristalli su un suolo
di dobloni
di paradisiaci vizi
di beate perversioni


Questo è il tratto che lascia di loro la mia china
la scelta dozzinale
è spesso quella di trovare una morale
in realtà non c’è

sarebbe arrogante il solo pensare di compatirli
altrettanto sarebbe 
credersi completamente diversi,
crogiolarsi al riparo dell’intima convinzione di conoscere i veri valori della vita

Il gran poeta dalle valli del tempo tuona ancora sommessamente:
“fatti non foste per viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza”

Nessun commento:

Posta un commento