mercoledì 29 agosto 2012

L’annegato

E’ una di quelle notti di luce,
in cui accuso, fottutamente il peso
del cielo sopra di me e della sua vita.

Vorrei solo una via Emilia,
una macchina con Francesco a mille
un solo appena calante, un ricordo

Accordi stonati in un scia di palco
rabbrecciato a fatica oltre la discoteca
in diamanti di bottiglie e pose pirotecniche.

Accuso fottutamente il peso del mondo
ma potrei scrivere per ore come Giacomo
e l’annegamento nelle mie carte sarà,
per Dio, una gran bella morte.

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