Rami dentati, accarezzati,
scivolate da soli, di gelso ammantati,
scolpite di tintinnii quel muro
coll'impietoso rombo d'un tamburo.
Rami dentati, accarezzati,
canzone di notte di cembali illibati
cantate in falsetto, ricolmo di vero,
la vita quand'è buona, ti lascia intero.
Rami dentanti, accarezzati,
soli, polverosi, s'una mensola di legni gemmati,
eremiti in concerto di carillon e ballerine,
tutti tristi-attenti al compleanno-funerale delle candeline.
Rami dentati, accarezzati,
non m'occorrono maghi o vati,
correte al mio servizio stanotte,
col dubbio che questa vita abbia fame d'esperienze ghiotte.
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