venerdì 13 aprile 2012

L'uomo che nutre le formiche

Come ogni mattina il sole si sveglia dietro al cemento,
sbadiglia svogliato quasi il suo discorso non interessasse.
Per la formica, operosa sorella balbettante, inizia il tormento
di briciole - montagne accovacciate sulla schiena qual dolci melasse.

Come ogni mattina la formica sorride d'una fatica delicata,
dondola le zampe prestanti in un fremito dal suono disinteressato,
compie attenta il suo rituale in cienciosa stola damascata
ogni giorno, pesante come dieci miei anni, borbotta presente cantando passato.

Io, enorme insignificante uomo nel mio assoluto contemplarla
mi sento Dio nel tracotante dono d'una briciola, per nutrirla.
Dio, infinito signore che mi rimira dall'alto rotolar come biglia
dall'incantato incespicare, abbozzo di sognante rotolare, mi dona poesia: sua figlia.

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