martedì 10 gennaio 2012

La teca di liquido cristallo in rivoli

Scrivo il tuo volto
dipingo il tuo nome
sull'argento del vapore
gocce, sorelle di cromia,
qual colombe intirizzite nella teca
si diffondo
lungo il luminescente grigiore del burrone.

Scrivo il tuo volto
dipingo il tuo nome,
pongo dapprima la mia mano
intiera, la lascio
sdruccire la perfezione delle cuciture
di quell'abito d'ocra
per figurarmi le astanti
potenzialità di quel mio disinteressato incedere.

Di poi un sol dito
a tracciare la fulgida sommità
del tuo capo
vestito della soggiogante mutevolezza
dei tuoi capelli.

A quell'irrispettoso transitar
l'argento della piana piange
la sua perduta perfezione,
sorelle colombe s'affannano
in stormi fugaci,
straziano l'agiografia di Mallarmé
divorandomi con la voluttà delle forme
costernandomi con la sacralità del ridere
rassicurandomi con quei graffiti di pioggia
lieve di sole.

Scrivo il tuo volto
dipingo il tuo nome,
grondo di quei diamanti
che m'assaltano empietosi
rendendomi leggero
sgravato del peso dell'aria li attorno.

Terrò stretta la mia anima
voglio sia qui
voglio sia con te
quando il caveliere del pensiero
tornerà con la tua.

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