Appoggiati ai muri come dolci
stelle sulla cartapesta del cielo.
Aerei come coriandoli nevosi
scagliati da bimbi a giacere sul torvo asfalto.
Vicini tra loro nel supplizio collettivo e solitario,
della vista altrui, d'occhi gioiosi protesi a mani.
Racconti profumati d'acre tempera
librano odori di donne e di paesaggi.
Per giorni, mesi e catene d'anni.
Il giorno stabilito, poi,
il mistero d'una resurrezione
o lo stridulo momento della morte?
Cristalli in volo senza una motivazione
apparente o celata, convincente o veritiera.
Troppo simili agli uomini
per non essere pianti, restaurati e perdonati,
per non tornare affissi alla medesima parete.
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