venerdì 21 settembre 2012

Deserto d'onde in tempesta

Sabbia marrone entra nel mare,
tremula astante al fragore percosso
di quella tela sconvolta, che s'impone
ai miei occhi entusiasti sul treno.

Il mare s'è ripreso la sua amante,
il cielo fedele alleato di cenere
l'ha liberata dal formicare degli uomini,
per restituirgliela così, bella e nuda.

Sabbia marrone entra nel mare
spettatrice commossa d'una tragedia d'amore
scioglie le sue lacrime nei clarini dei flutti,
urla il suo dolore nella grancassa del maroso.

Mi scivola una lacrima dalla penna, è nera,
s'è fatto tardi e la galleria richiama
il treno al riposo, nelle sue viscere,
e me al refrattario ordine muto della vita.

lunedì 10 settembre 2012

Geografie dai lacci pensosi

Errare con la presunzione di vagare
od incappare conscio di valicare.

Così si muove il pensiero.

Una rovinosa caduta nel giusto,
in un oceano - solco di segni,
evidenti come parole ben scelte,
muti come tiranni ragionevoli,
soli come volti assiepati in un vagone
abbracciato a binari odiati
a vallo inviolabile dalla loro destinazione.

Così si muove il pensiero.

Una commedia sussurrata nel chiasso
d'una tragedia apparente,
vera solo perché ripetitiva nel presentarsi,
aggressiva solo perché cinica nel definirti,
donna e viva come il sole
sfuggente al dì del desiderio e delle brama
imponente e violento alla notte nel giorno.

Così si muove il pensiero.

Crescendo nella cecità della ricerca d'una Liberta,
soffocante nel tendere la mano, ad appiglio nel tuo mare in tempesta.


martedì 4 settembre 2012

Macchina perfetta

Lame agli occhi
stropicciati da mani lisce
ed ansia o vertigine.

Chiodi alla testa
agitata da tempeste in mari di vetro
ed ansia od ambizione.

Viti allo stomaco
rispettato e riverito come Giove in cartapesta
ed ansia od ira.

Come
volo improvvisato d'esperto acrobata,
folle progetto di meticoloso ingegnere,
ira sceneggiata d'uno spontaneo condottiero d'aule.

Come
la morte della macchina perfetta

Il mare diviso d'uomo

Vicinanza relativa ma trascendente
acqua e uomo
dove onda può a ragion dirsi crine
dove tempesta può ben gloriarsi d'un pensiero.

Percezione da intuirsi non odorabile, commestibile:
avete mai tentato di dividere l'acqua del mare?
Certo escludendo doti di Mosè, solo con l'innocenza
d'un bambino cocciuto nel dar seguito alla sua intuizione.

Suppongo, guardata la superficie turbata del grande blu non abbiate notato - nemmeno per un attimo - un risultato vagamente apprezzabile, anzi la vostra intuizione sarà vacillata.
Se non vi foste mai condotti nei meandri di questo empirico dilemma, vi invito a farlo.

Tuttavia ad una successiva quanto immediata analisi sarete rimasti colpiti
dal volo di zampilli in stelle
filanti a ricomporsi all'accartocciata
pergamena del blu.

L'effetto del vostro gesto reclama un'esistenza tanto risibile quanto tangibile.

Per questo, con colpo di teatro a dir poco fuori luogo vi sprono a ricordare quanto voi siate il mare ...
E migliaia o milioni di battitori di mani, per quanto costanti e violenti, non potranno mai dividervi.

Le vite dei quadri

Appoggiati ai muri come dolci
stelle sulla cartapesta del cielo.

Aerei come coriandoli nevosi
scagliati da bimbi a giacere sul torvo asfalto.

Vicini tra loro nel supplizio collettivo e solitario,
della vista altrui, d'occhi gioiosi protesi a mani.

Racconti profumati d'acre tempera
librano odori di donne e di paesaggi.

Per giorni, mesi e catene d'anni.

Il giorno stabilito, poi,
il mistero d'una resurrezione
o lo stridulo momento della morte?

Cristalli in volo senza una motivazione
apparente o celata, convincente o veritiera.

Troppo simili agli uomini
per non essere pianti, restaurati e perdonati,
per non tornare affissi alla medesima parete.